Il piano di de Bortoli per il rilancio del quotidiano
di Marco Capisani
8 Settembre 2009
Spazio a inchieste e sinergie col web
Non esistono santuari intoccabili, quindi fate più inchieste, indagate, presidiate il territorio di Milano e di tutta la Lombardia. Il Corriere della sera dedicherà, infatti, maggiori iniziative come quella del camper itinerante e più pagine del giornale alle sue aree forti, come il capoluogo lombardo, Monza e la Brianza. Il direttore del quotidiano meneghino, Ferruccio de Bortoli, ha spiegato così ieri alla redazione di via Solferino il suo piano di rilancio (oggi è la volta dei giornalisti romani). In parallelo, sempre secondo de Bortoli, si dovrà lavorare per una maggiore interazione e complementarietà tra edizione cartacea e quella telematica, con corriere.it che seguirà l'attualità e i suoi aggiornamenti e il quotidiano tradizionale focalizzato sugli approfondimenti.Intanto, dalla riorganizzazione delle tabelle di borsa o degli elenchi dei cinema, dalla riduzione delle pagine dedicate ai focus o ai primi piani, le redazioni che si occupano d'informazione locale in Lombardia avranno a disposizione 4 pagine in più. Anche la chiusura del quotidiano nazionale tenderà a essere anticipata per offrire i tempi necessari alla ribattuta della cronaca lombarda. Il sabato ci sarà, infine, un'informazione più ampia per gli appuntamenti del fine settimana e un'offerta più articolata la domenica con reportage e approfondimenti. L'importante, a giudizio di de Bortoli, è mantenere sempre uno stile sobrio, un'autonomia e un'autorevolezza senza bisogno di fare titoli urlati. In questo modo, una maggiore attenzione alle news locali dovrebbe frenare l'emorragia di copie (già ad agosto il calo è stato dell'1% contro la media precedente del -4%) e incentivare le inserzioni pubblicitarie.Entro il prossimo 15 settembre, anche se il voto potrebbe slittare di qualche giorno, la redazione del Corriere dovrebbe approvare o meno il testo definitivo dell'intesa con Rcs Mediagroup. Sul tavolo 49 tagli, di cui 25 pensionamenti e 24 prepensionamenti. Se le uscite fossero solo 40, allora non ci sarebbe la conferma di 9 contratti a termine. Tutte le uscite restano volontarie; per incentivarle l'editore offre non solo i previsti 5 anni di contributi per i prepensionati ma in generale contratti successivi di collaborazione per le firme più illustri e il pagamento di almeno il 50% della differenza tra la pensione che si va a percepire e lo stipendio cui si rinuncia.Tra i possibili pensionandi ci sono Antonio Ferrari, Franco Venturini, Marzio Breda, Isabella Bossi Fedrigotti e Stefano Grasso.