COMUNICATO
SINDACALE
Abbiamo letto in questi giorni di grande dibattito sulla rinnovazione del
contratto dei Poligrafici il comunicato unitario delle Segreterie Nazionali e
quello della Segreteria Nazionale Cgil.
Inutile dire che, non vivendo nel mondo dei sogni, siamo consapevoli dei
molti e gravi problemi del settore e dei pericoli di deregulation, in alcuni
casi già in atto, cui sarebbe esposto in assenza di una normativa
condivisa a livello nazionale.
Tracciare un percorso che porti a un contratto più ampio che contenga tutta
la filiera della carta stampata è certamente un obiettivo
condivisibile se lo scopo è rafforzare le singole realtà produttive,
l'occupazione, il reddito individuale, nel rispetto dei diritti di tutti, da
sempre fiore all'occhiello della nostra categoria, fin dalle prime lotte del XIX
secolo e delle differenze produttive e di qualità di vita dei lavoratori che
verranno coinvolti nel contratto di filiera.
Non ci si deve però stupire se da molti luoghi di lavoro si alzano voci
critiche sui risultati della lunghissima contrattazione. Le critiche sono il
sale della democrazia e il motore del confronto che testimonia un sia pur
sempre più flebile desiderio di partecipazione da parte dei lavoratori
che dovrebbe essere apprezzato e valorizzato dalle strutture sindacali.
Non si può pero' nascondere che il risultato economico di questo
rinnovo è francamente deludente se rapportato a 8 anni di mancato adeguamento
economico durante i quali il valore reale delle retribuzioni dei poligrafici si
è ridotto di almeno il 10 per cento e alle molte modifiche normative
introdotte nel nuovo testo. Se a questo si aggiunge il fatto che l'aumento
contrattuale consiste sostanzialmente in una partita di giro basata sullo
spostamento del 2,1 per cento della contribuzione a capitalizzazione per il
fondo Casella alle retribuzioni (il primo anno di vigenza tutto a favore delle
aziende) cui si sommano gli interventi su festività, maggiorazioni turno,
incidenze domenicali il conto è presto fatto. Un aumento in totale
autofinanziamento e oltre.
Nonostante tutto questi aspetti negativi avrebbero potuto forse essere
comprensibili e condivisibili a fronte di :
1) una definitiva e certa sistemazione degli squilibri del fondo Casella,
con la progressiva sistemazione dei castellelletti individuali dei lavoratori
attivi, depauperati in questi anni per il pagamento delle pensioni in essere.
(Al momento esiste solo un protocollo con una dichiarazione d'intenti)
2) una definizione certa fin da ora dei trattamenti normativi e
retributivi dei lavoratori del settore quotidiani nel futuro contratto di
filiera : per non doversi ritrovare nel 2019 a perdere altri pezzi; per dare
una prospettiva certa a lavoratori e aziende; per tenere conto delle
peculiarità di un settore dove si lavora su turni 362 giorni
l'anno tenendone conto anche, cosa che non é stata fatta , nel protocollo
nuove assunzioni, dove lavoratori di nuova assunzione, oltre ad avere un orario
di lavoro di fatto fissato a 37,5 ore settimanali, perderanno i 13 giorni di
riposo retribuito previsti per i lavoratori attualmente in forza.
3) l'erogazione di un'indennita' di vacanza contrattuale che non
avrebbe avuto solo un valore economico ma anche di simbolico riconoscimento
della dignità delle parti.
La
mancanza di questi elementi sommata agli arretramenti economici e
normativi non può che far trarre un giudizio negativo su un'ipotesi
d'accordo nella sostanza restitutiva che non risolve in maniera
netta il vero nodo strutturale del costo del lavoro poligrafico costituito
dal Fondo Casella.
Rsu Cgil Rcs Mediagroup settore Quotidiani - Rsu Rcs Produzioni Milano
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